Letteratura e Epifania
Due tradizioni a confronto
di Eloise LonobileNella categoria: HOME | Letteratura e... altro
. Definizione
. La tradizione italiana
. La tradizione francese
• Voltaire e il significato dell'Epifania
• Tournier e la storia filosofica dei Re Magi
In generale, "epifania" (che ha origine dal greco) si applica a una "manifestazione della divinità in forma visibile"; in particolare, nella tradizione cristiana, è un termine legato alla "manifestazione della divinità di Gesù ai Tre Magi in visita a Betlemme", per cui, per estensione, è anche il giorno commemorativo del 6 Gennaio (da Il Dizionario della lingua Italiana, Devoto-Oli, Le Monnier, 1990).
L'Italia ha una tradizione tutta particolare e originale dell'Epifania, che si lega alla figura della Befana. Il termine "Befana" deriva da una corruzione del termine "Epifania", e denomina una figura mitica nell'immaginario collettivo italiano: la famosa vecchietta che, viaggiando su una scopa e volando di tetto in tetto, la notte dal 5 al 6 gennaio (mettendo così fine al ciclo dei dodici giorni successivi al Natale) si reca a portare dei presenti a tutti i bambini, che trasporta in un enorme sacco sulle spalle. Ognuno riceve il presente in una calza (la "calza della Befana") e la tipologia di esso dipende dal comportamento avuto nell'ultimo anno e dalla onnipresente speranza di un miglioramento per il nuovo anno che comincia: quindi sempre un po' di cenere e carbone per le biricchinate passate e dolci e caramelle per la promessa futura di essere buoni e saggi.
La sua origine si perde nella notte dei
tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare,
si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni
in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. L'iconografia è
fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle,
un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte,
il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate.
[http://www.la-befana.it/racconti.html]
La Befana, molto più tradizionalmente "italiana" della figura
di Babbo Natale, ha così il compito di allietare una commemorazione importante
agli occhi dei bambini, rendendo loro la festa assai più allegra e facendoli
anche avvicinare al significato primo della festa: quello di festeggiare
Gesù nascituro, nella figura di ogni bambino, e l'importanza simbolica
dell'aver ricevuto ricchi doni da parte dei Tre Magi.
Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del
mondo: dalla Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del
Nord. In tale culto, molti, rintracciano il mito della Dea genitrice primordiale,
signora della vita e della morte, della rigenerazione della Natura. Per
altri, nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea
antenata custode del focolare, luogo sacro della casa. E non è
un caso se si serve, proprio dei camini, per introdurre l’ allegria
nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa.
Un tempo, la Befana era anche occasione per i meno benestanti di racimolare
doni in cibarie recandosi porta a porta a chiedere una sorta di "elemosina".
Anche questa tradizione, accanto a quella della calza, si ripete ancora
oggi quando si vedono frotte di bambini girare di casa in casa la sera
del 5 gennaio a richiedere doni e caramelle, cantando la famosa filastrocca:
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana!
La tradizione francese, che prendiamo a esempio in questo confronto con la tradizione italiana, non conosce la figura della Befana ma rappresenta in maniera più significativa i personaggi dei Re Magi, personaggi soltanto sfiorati dalla tradizione italiana, a margine della figura simbolica della Befana.
Il 6 Gennaio in Francia si festeggiano i Tre Re Magi con un dolce tradizionale: il "gâteau des Rois" ("dolce dei Re"):
I Romani una volta festeggiavano i Saturnali. Le feste
duravano 7 giorni e tutto vi era autorizzato. Si era già presa
l'abitudine di mandare dei dolci ai propri amici. Nell'Antico Regime,
lo si chiamò il "dolce dei Re" perché cadeva in
pieno periodo delle offerte feudali ed era usanza offrirne uno al proprio
signore.
Poi, il Concordato ha fissato la data dell'Epifania il 6 gennaio.
[http://www.momes.net/dictionnaire/e/epiphanie/epiphanie.html]
L'Epifania commemora dunque la visita dei Tre Magi al bambino
Gesù: Melchiorre, Gasparre e Baldassarre, venuti a portare i loro
ricchi doni di oro, incenso e mirra.
La duplice tradizione di questa festa ha portato all'instaurarsi della
tradizione tipicamente francese di festeggiare l'Epifania con il "dolce
dei Re", un dolce la cui ricetta cambia da regione a regione, ma
mai il contenuto sostanziale: al suo interno è dissimulato un seme
e colui che, mangiando il dolce, lo trova è dichiarato Re della
festa, e indossa una graziosa coroncina di cartone.
Il
dolce dei Re, servito per quest'occasione, è una tradizione tipicamente
francese che aveva già corso nel XIV° secolo. Il dolce era
diviso in altrettante porzioni quanti erano i convitati, più una.
Questa porzione supplementare, chiamata "la parte del Buon Dio"
o "la parte della Vergine", era destinata al primo poverello
che si sarebbe presentato. Per molto tempo, l'Epifania fu più importante
del giorno del Natale.
[http://www.fevescollection.com/feves.htm]
Questa tradizione ha portato al costume di fare del seme nascosto nel dolce un vero oggetto da collezione: dal fagiolo secco al seme dorato in oro a 24 carati, se ne trovano per tutti i gusti. Al Museo di Blain sono conservati più di 10.000 semi, e ogni anno si organizza una fiera per collezionisti. Esiste persino una rivista dedicata all'argomento.
Nel suo dissacrante "Dizionario filosofico" Voltaire dedica un capitolo all'Epifania, che lui definisce "la visibilité, l'apparition, l'illustration, le reluisant" (la visibilità, l'apparizione, l'illustrazione, il rilucente) e che gli offre l'occasione, nel più puro spirito illuministico e ironicamente proprio, di interrogarsi sul significato dei Re Magi, sulla loro figura storica, sul loro rapporto con il senso dell'epifania:
Non si sa troppo bene che tipo di rapporto può
avere questa parola con tre re, o tre magi, che vennero dall'Oriente condotti
da una stella. Apparentemente fu questa stella luccicante che valse a
questo giorno il titolo di Epifania.
Ci si chiede da dove venivano questi tre re? dove si erano dati appuntamento?
Ce n'era uno, si dice, che veniva dall'Africa: costui non era dunque venuto
dall'Oriente. Si dice che erano tre magi ma il popolo a sempre preferito
tre re. Si celebra ovunque la festa dei re, e da nussuna parte quella
dei magi.
Ma qualunque siano i bersagli dell'ironia di Voltaire - e sono molti, tra i quali, al primo posto, le credenze popolari, le istituzioni clericali prive di basi solide, le verità infondate - egli è costretto ad ammettere che la festa dell'Epifania è una festa grande e molto diffusa:
Tutte queste puerilità non hanno fatto nessun torto alla festa dell'Epifania, che fu dapprima istituita dalla Chiesa greca, come attesta il nome, e in seguito celebrata dalla Chiesa latina.
Michel Tournier ha dedicato all'affascinante figura dei Re Magi uno studio, una favola, un interrogarsi filosofico: "I Re Magi". In questo romanzo (edito da Salani in Italia), l'autore ci racconta chi erano questi re, sui quali soltanto si trova traccia nel vangelo di Matteo, e per poche righe:
Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giusero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo".
Per il resto, bisogna credere in ciò che di loro ci dice Michel Tournier, che sa che erano quattro e non tre: Gasparre, il re innamorato di una schiava bionda; Baldassarre, il grande amatore di arte; il principe Melchiorre, diseredato dal proprio trono; Taorre, principe dello zucchero, prigioniero nelle miniere di sale di Sodoma.
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